Free Advertising o Paid Advertising: Le Differenze

Sappiamo bene a cosa stai pensando in questo momento.

Stai pensando se è possibile per te riuscire a fare business online semplicemente con la pubblicità gratuita o se occorre, per forza, rivolgersi agli strumenti a pagamento.

Vogliamo aiutarti in questa decisione importante per la tua attività.

Free advertising, a cosa ci riferiamo?

Innanzitutto, facciamo un po’ il punto della situazione avendo una panoramica generale di quella che è la pubblicità gratuita.

Successivamente andremo ad illustrare a cosa ci si riferisce per quella a pagamento e comprendere come e cosa usare per dare vita ad una strategia di marketing di successo.

Il free advertising riguarda tutti quegli strumenti che si possono utilizzare senza incorrere in costi relativi al loro utilizzo.

Questo include tutti i tools che possono accrescere il traffico del sito web, analizzarlo per determinarne il flusso e indicizzarlo sui motori di ricerca.

Alcuni di questi possono anche riferirsi alla link building, fornendo, così, una rete di comunicazione di riferimento.

Tutto questo, unito insieme, è capace di aumentare la visibilità del brand e la reputazione aziendale; cosa significa ciò? Maggiore affluenza e, dunque (teoricamente) vendite.

Vuoi sapere quali sono gli strumenti gratuiti, nello specifico, da utilizzare per realizzare al meglio una strategia di marketing degna di questo nome?

Qui di seguito troverai la risposta:

  • Le directories relative all’indicizzazione del sito web
  • La sezione blog con i contenuti aggiornati e ottimizzati
  • Search Engine Optimization(SEO) per i motori di ricerca
  • Link building
  • Social media strategy organico

Paid advertising: la definizione

Questa tipologia di pubblicità, definita a pagamento, è quella che viene spesso promossa perché maggiormente incisiva ed efficace, secondo i più.

Alcuni esempi appartenenti a questa categoria rappresentano tutto ciò che viene elaborato mediante annunci, nonché banner, SEM e così via.

Tipicamente la maggior parte delle persone intende la pubblicità a pagamento nel mondo di oggi come pay-per-click (PPC).

Qual è dunque la differenza tra la pubblicità online a pagamento e gratuita?

Fondamentalmente nel primo caso vi è un livello più alto di controllo e più larga possibilità di manovra.

Si può:

  • personalizzare il target;
  • orientarsi ad azioni mirate;
  • decidere le parole chiave apposite o le variabili demografiche per quanto riguarda i social.

Il tutto risulta essere più preciso, maggiormente studiato e capace di garantire un più alto tasso di conversioni.

Questo perché si può puntare direttamente alla nicchia che si vuole raggiungere, elaborare un messaggio preciso e volto solo ed esclusivamente a coloro che potrebbero essere interessati concretamente.

Il Pay per click, per esempio, oltre a permetterti di pagare per una determinata azione compiuta da un utente in target, è facilmente misurabile e si ottiene un’incisiva indicazione del Ritorno sull’investimento (ROI).

Con questo non vogliamo assolutamente affermare che la pubblicità gratuita sia inutile o priva di senso, ma anzi, rappresenta una strategia di vitale importanza per la crescita aziendale.

Perché?

Semplice, aiuta a raggiungere i propri obiettivi in modo completamente organico.

Finalità che rappresentano la posizione su motori di ricerca ad esempio.

Come conseguenza a una bella azione volta alla SEO, vedere il proprio nome sbucare nelle prime posizioni a seguito di una ricerca mirata su Google, ha il suo perché in termini di vendite e, quindi, profitti.

Non credi?

Si tratta di un valore davvero inestimabile: contenuti capaci di ottenere il coinvolgimento totale del pubblico. Ma si tratta anche di un lavoro avente risultati tangibili nel lungo periodo.

Se il tuo scopo, invece, è quello di ottenere conseguimenti rapidi, immediati e, soprattutto, efficienti, l’advertising a pagamento è la strada migliore da percorrere.

Alla domanda, dunque: “per il mio caso devo dedicarmi al paid advertising o al free advertising?”, la risposta è sempre la stessa: dipende.

Non puoi pensare di avere la stessa strategia di marketing messa in atto da un’altra azienda che magari opera in un settore completamente diverso dal tuo.

Non c’è una ricetta valida per tutto, ci sono in gioco innumerevoli variabili!

Esistono casi in cui sarebbe meglio rivolgersi all’investimento in annunci o inserzioni a pagamento, per esempio se si è un marchio nuovo e si ha necessità di velocizzare il meccanismo.

Talvolta, invece, il punto di forza può essere la parte organica del business plan e quindi, il raggiungimento dei risultati che siano stabili e duraturi nel tempo, per mantenere al meglio la propria reputazione.

Altro termine estremamente importante: equilibrio.

Se non riuscissi ad attirare nuovi clienti, per esempio, cosa dovresti fare?

Sicuramente non potresti stare ad attendere i risultati organici, specialmente se li avessi appena imbastiti, ma occorrerebbe rivolgersi a professionisti capaci di farti ottenere tutto in breve tempo, approfittando, dunque, di un’adeguata campagna di paid advertising.

Nulla può vietarti poi di intraprendere, simultaneamente, un’azione volta al raggiungimento di una buona e costante posizione su Google.

Anche se si dovesse aspettare un po’ per ottenerla.

Qualche esempio di paid advertising

… o meglio, qualche esempio di quando andrebbe usata!

Vediamoli insieme:

  • Come appena detto: un’azienda di piccole o medie dimensioni (PMI) che vuole farsi conoscere e vuole trovare qualche nuovo contatto, essendo appena nata e affacciata al mercato.
  • Un’azienda di grandi dimensioni, conosciuta e ricercata che, però, ha un urgente bisogno di toccare il pubblico con i nuovi prodotti che, inevitabilmente, sono sconosciuti.
  • Aziende conosciute, vecchie e ricercate che vogliono mutare la loro immagine perché, magari, hanno deciso di cambiare la loro mission o il loro messaggio nei confronti del mondo.

Ecco, questi sono tutti esempi concreti che puntano sull’immediatezza e un certo senso di urgenza.

Abbiamo visto quali sono gli strumenti più utilizzati per la pubblicità gratuita, vediamo allora quali sono quelli relativi a quella a pagamento:

  • Social advertising: sia essa stessa realizzata tramite Facebook, Linkedin, Instagram ecc.. possiamo affermare che il social media marketing basato sulla creazione delle inserzioni a un pubblico profilato, regala sempre delle grandi gioie. In linea di massima possono essere elaborati contenuti altamente profilati, accattivanti e capaci di attrarre come una calamita tutti i potenziali acquirenti. Questo grazie anche alla possibilità di combinare il testuale con il grafico. Linkedin, per esempio, può inoltrare le sponsorizzazioni direttamente attraverso i messaggi privati.
  • Google Ads. Lui, il solo e unico. Si tratta difatti della piattaforma maggiormente utilizzata quando si parla di paid advertising. È il primo a cui la mente si rivolge, perché si tratta di una potenza e un colosso notevole, capace di ottenere enormi risultati in pochissimo tempo.
  • Video Ads. Sembra simile a quella sviluppata attraverso il precedente strumento (Google Ads), ma in realtà può essere eseguita anche mediante differenti “Social” come –  per fare un esempio banale –  Youtube. Chi si occupa di fare questo, sono gli inserzionisti che si impegnano a inserire gli annunci all’interno dei video presenti sul canale apposito. Hai capito bene, NEL video, in mezzo, in modo tale da garantire che l’occhio del visualizzatore non possa perdere l’opportunità di vederli.

Paid advertising: solo pro o anche contro?

Anche questo tipo di advertising può avere dei contro.

Possiamo dire che il paid Advertising, in paragone con la modalità free, può permetterti di raggiungere un ritorno d’investimento più elevato.

Il costo del traffico generato dalla modalità organica, però, risulta essere inferiore rispetto a quella a pagamento che, invece, potrebbe essere molto costoso se si parla di utilizzarlo nel lungo periodo.

Inoltre, il traffico generato attraverso le modalità gratuite, risulta essere più costante perché costruito tassello dopo tassello e difficilmente può essere abbattuto, a patto che non si faccia qualcosa di incredibilmente grave al punto di essere penalizzati da Google “in persona”.

Insomma, il fattore tempo non è sicuramente da trascurare, in quanto sembra essere quello determinante nella scelta: pubblicità a pagamento o gratuita?

Concludendo, non si può affermare cosa sia meglio fare in ogni ambito possibile.

La cosa più proficua da tenere a mente è sicuramente quella di coinvolgere entrambi i sistemi, per completezza e collaborazione sulla base delle esigenze del momento.

Perché una scelta non potrà andare bene per sempre e viceversa, e poiché le circostanze cambiano repentinamente, anche la propria strategia di marketing deve poter mutare ove necessario.

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